La sensazione è sempre più opprimente, di futuro che si è chiuso, di umanità che se n’è andata, di natura perduta. Pedalando nei boschi e sui monti, spesso mi pare di vivere gli scampoli di una bellezza perduta, distrutta dall’ottusità e dall’odio.

Ho la fortuna di far parte della minoranza del mondo, che può ancora permettersi di uscire in bicicletta senza morire di fame o ricevere un missile sulla testa, ma sono (siamo) circondato da quelli che vogliono tagliare i boschi, cementificare i monti, inquinare le falde, avvelenare l’aria, uccidere gli animali per divertimento, buttare in mare i disperati, emarginare chi non piace, togliere i diritti vitali, depredare altre nazioni, togliere fondi a sanità e scuola per comprare armi per uccidere dei poveretti come noi in un altro paese.

Dove crediamo di andare se non ci sbarazziamo in modo deciso del “cattivismo” imperante?

Quando si presenterà l’asteroide del 2029 o del 2036 (a rischio impatto), cosa potremo rispondere alla domanda “Meritiamo di continuare a vivere su questo pianeta?“.

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